Gli episodi di violenza sono in deciso aumento a Viterbo, da sempre considerata una città tranquilla: in questi giorni un tentativo di rapina addirittura con l’ascia a valle faul ed un ragazzo accerchiato e picchiato alle giostre fino a svenire. Tutto ciò dimostra che sicuramente la città è peggio abitata di un tempo e che la tendenza delinquenzial-teppistica ad organizzarsi in gruppo fa vittime e non spegne vite negli ultimi tempi solo per un pizzico di salvifica fortuna. Ma il centro-storico, in condizioni di degrado preoccupanti, non è solo a raccogliere episodi di prepotenza e sopraffazione, anche fuori le mura va diffondendosi il virus dello scontro fisico tra bande, la provocazione, l’aggressività pericolosa per l’incolumità dei cittadini e certo l’ordine pubblico può diventare un problema davvero pressante.
D’accordo, l’emarginazione, anche legata a casi di immigrazione poco raccomandabile, il degrado, portano dritti alla cronaca nera, ma Viterbo è una città che ha una sua storia di oasi pacifica in ambito regionale, mal si rapporta ad un clima teso e ad un sensazione di diffusa insicurezza tra i suoi abitanti.
Quindi non solo le forze di polizia, le istituzioni, devono agire subito contro questa degenerazione della vivibilità cittadina, ma anche gli stessi viterbesi devono contribuire ad isolare delinquenti e facinorosi e a denunciare i misfatti con tempismo e precisione.
A Palazzo dei Priori, tra l’altro, c’è una sindaca molto giovane e determinata che della trasparenza e della legalità sta facendo due suoi cavalli di battaglia e che si mostra rigorosa anche nel combattere il mancato rispetto delle regole e i danni causati da una educazione civica ignorata dai più.
Viterbo per continuare in un tentativo di crescita non può fermarsi dinanzi alle più malfamate cronache: ma tutto passa attraverso l’asse cittadini, istituzioni, forze dell’ordine, un asse che va rafforzato e reso sempre più operativo e funzionale per non lasciare spazio agli attacchi violenti e alla crudeltà gratuita.