Ieri, mercoledì 13 settembre, sono partito da Viterbo alle 6.19. Arrivo a Oriolo e salgono due colleghe di pendolarismo. Bello vedervi – le saluto – ma non dovreste prendere il treno più tardi? “Seee – mi fanno infuriate – hanno cancellato quello delle 7.50. Per fortuna siamo riuscite a salire su questo!” Così, approfittando di uno spiraglio di connessione prima di Bracciano, controlliamo sulle nostre fedeli app quotidiane con gli orari e scopriamo che nella mattina hanno soppresso il treno delle 6.50 e – tranne quello delle 7.07 – tutti i convogli fino alle 13 tra Viterbo e Roma. Ok, a un certo punto ci dovrebbe essere stato anche uno sciopero per la tragedia piemontese di qualche giorno fa. Ma leggiamo meglio e vediamo che il sito FS avverte sui disagi fino a venerdì prossimo. Così andiamo a vedere subito gli orari dei treni per il rientro. E – sorpresa – sono confermati. Sollevato vado al lavoro. Riunione improvvisa alle 17.30! Cavolo… farò tardi. Per scrupolo però, visto che la riunione si protrae, do una scorsa alla app degli orari. Nooo… ultimo e ultimissimo treno da Roma a Viterbo ore 19.06 da Trastevere. Panico. Sono le 18.40. Corro. Mi scapicollo. Con un gesto, a 30 metri dal fermata del bus imploro un autista di farmi salire al volo. Seeeee… Niente. Fossi pazzo! Così mi metto in attesa 30 passi più su, alla fermata. Spero di farcela. Cerco un modo per passare la notte. Ma dove vado? Mi accrocco su un divano in ufficio? Ma ho lasciato a casa tutto! Non ho nulla: spazzolino, cambio, medicine… pure il gatto dovrei accudire. Chiamo un amico: lui si, potrebbe ospitarmi. Però ci provo a partire. Passa il bus, prego che i semafori siamo verdi. Scendo e mancano 5 minuti. Corro… corro… corro… ce la faccio. Per fortuna. Per un pelo, ma ce l’ ho fatta. Controllo di nuovo le app: magari sarà no stati così carini da dirci i treni che hanno cancellato (non si sa perché, ma almeno sai che non ci ssaranno!). Esattamente, non ci saranno. Così per tre giorni, nonostante l’abbonamento annuale, dovro usare l’auto. Sprecando combustibile, tempo ed energie, inquinando e intasando il traffico.
Ho raccontato, e sono andato lungo, la giornata di ieri. Provate a moltiplicarla per tutta l’estate quell’ ansia. Un’ansia che si trasforma in rabbia nella testa e nella pancia di tanti cittadini che hanno magari pensato e programmato di poter fare i pendolari in tranquillità con vagoni meno affollati e senza troppi intoppi. Certo, gli orari delle corse si riducono, ma se lo si sa prima ci si organizza. E così hanno – abbiamo – pensato e fatto. Seeeeeeee … Ti piacerebbe! Non solo hanno ridotto gli orari, ma all’improvviso e a singhiozzo, mentre si era in attesa del trenino programmato sulla banchina, arriva il messaggio che in genere terrorizza noi poveri pendolari: il treno tot è stato cancellato per ritardi nella preparazione. Ehhh! E che significa? Booooh … vuol dire solo che faremo ancora tardi pure stasera. E che i vagoni alla terza fermata saranno strapieni di pendolari orfani dei due treni precedenti e costretti quindi ad ammassarsi sui convogli rimasti che sono pure a lunghezza ridotta e qui di con molti meno posti a sedere. Morale: tutta l’estate è stata una vera e propria odissea per migliaia di persone su un tratto di ferrovia lungo poco più di 70 km. Una distanza che verso il mare viene coperta con la metà del tempo con gli stessi treni. Una distanza che unisce due città, la capitale e uno dei capoluoghi del Lazio, comuni vicini e per molti aspetti senza una vera soluzione di continuità. Ma che per noi pendolari saranno sempre due galassie distanti anni luce. Non comunicanti. Distanti solo 70 km ma quasi due ore. Un tempo simile ad arrivare a Firenze da Roma e superiore a quello che occorre x raggiungere Napoli. Certo, nessuno vuol mettere Viterbo davanti a Firenze o Napoli, per carità. Ma che si debba parafrasare il romanzo di Carlo Levi denunciando che Cristo si è fermato a Cesano, beh, è abbastanza inaccettabile oggi, a distanza di 78 anni da quel capolavoro.
PS. Da pendolari realisti e pragmatici, sappiamo bene che non ci saranno grandi novità o svolte clamorose lungo questa miserabile tratta ferroviaria e che il binario resterà uno solo. Per sempre. E che nppure i passaggi a livello riusciranno a bypassare. Va bene. Ma perlomeno, potremmo avere un regalo? Uno solo, mica tanto impegnativo o oneroso! Cavolo, ma perlomeno metteteci in grado di lavorare un po’, di restare connessi col mondo! Fate in modo da poter avere una connessione internet utilizzabile su tutta la linea e da tutti. Perché oggi neppure quella c’è, tto qualche piccolo tratto urbano a Roma. Ed è davvero assurdo. Alla faccia dei piani di digitalizzazione del Paese e del PNRR d’Egitto. Almeno dateci internet. È chiedere la luna?
(stefano polacchi)