Agricoltura in ginocchio, aziende e cittadini chiedono l’intervento delle istituzioni (scrive il Corriere di Viterbo). Un’esigenza viene manifestata, in maniera corale e decisa, dagli agricoltori del territorio: la necessità che sia dichiarato lo stato di calamità naturale per le colture principali da parte degli enti competenti.
Quadro desolante
Ribadita a più riprese la constatazione della scarsità della raccolta delle nocciole, l’interesse generale spazia anche su altri settori agricoli del territorio: quelli della viticoltura, della castanicoltura, dell’olivicoltura.
Perlustrazioni, anche veloci, relative alle contrade del paese e di quelli limitrofi, riferiscono di una situazione deprimente: eccezioni a parte, presenza ridottissima o assenza di grappoli nei vigneti; piantagioni intere di ulivi senza frutti; variegata la situazione nei castagneti: produzione scarsissima nelle zone più elevate, più gratificante a livello più basso; per quest’ultima, tuttavia, bisognerà attendere la verifica del contenuto dei singoli ricci. Un quadro palesemente deprimente.