Se non si interviene con atti concreti, qui ci scappa il morto”. Lo ha detto Angelo Borgna, sindaco di Caprarola, venerdì sera ai carabinieri e al personale del pronto soccorso con il quale, poi, è stato in contatto tutto il fine settimana.
Due giorni di fuoco per il piccolo centro viterbese, come evidenzia il Corriere di Viterbo, alle prese con le intemperanze di un 30enne con problemi psichici, ora ricoverato con Tso al reparto di psichiatria di Belcolle. Il fine settimana di fuoco è iniziato giovedì mattina con una rissa. Protagonista il 30enne, portato in ospedale per alcune ferite rimediate negli scontri con i suoi concittadini esasperati dalle sue intemperanze, violenze e atteggiamenti persecutori. Una storia che va avanti da tempo, con tanto di denuncia. Vittime dei suoi eccessi di ira non solo i vicini di casa, costretti a cambiare percorsi e abitudini per evitare lo scontro, ma anche i residenti in altre zone del paese.
“Dopo aver curato le ferite – racconta il sindaco – è stato rimandato a casa. Il venerdì due nuove risse, una la mattina e una la sera. Ho chiesto nuovamente l’intervento del 118 e quello dei carabinieri, sollecitando anche un trattamento sanitario obbligatorio. A quel punto ho chiaramente detto che se non prendevano provvedimenti ci poteva scappare il morto. Poi non si dica che i servizi sociali dei Comuni non funzionato, noi siamo da otto mesi senza assistente sociale”.
Il nuovo, l’ennesimo, ricovero, è andato a buon fine, ma la burocrazia ha creato non pochi problemi al sindaco, il quale non poteva fare la richiesta di Tso senza un certificato medico. E’ stato allora che i medici di Belcolle, dove il 30enne era ricoverato, hanno suggerito al sindaco di firmare l’ordinanza per il Tso, al certificato avrebbero pensato loro. “Ad un certo punto, saranno state le 21 circa – racconta Borgna – ho chiamato il reparto di psichiatria e ho saputo che, essendo il certificato medico redatto a Viterbo, dovevo immediatamente annullare l’ordinanza di Tso perché avrebbe dovuto firmarla la sindaca di Viterbo”.