Assistiamo in questo periodo ad un attacco mediatico nei confronti della sindaca Frontini senza precedenti: e sia ben chiaro non stiamo dicendo che la critica anche dura e severa non sia il sale di una democrazia, ma solo che i toni accesi di questa campagna e gli stessi contenuti sembrano essere spesso fini a se stessi e piuttosto volgari.
Che una sindaca debba affrontare il dissenso è cosa normale, che si debba difendere da una valanga di fake news e di insistenti inesattezze gridate un po’ meno: c’è da dire che, può piacere o non piacere, la sindaca non si sottrae allo scontro, rischia tutto in prima persona, non evita la luce dei riflettori, di questo le va dato atto.
Così come non si può negare che, a prescindere da tutto, la Frontini sembra avere comunque conquistato un ruolo centrale, primario nello scacchiere politico in Tuscia, dove pare avere molti margini di manovra. E la dura opposizione di Fdi e di parte del cdx l’ ha già indirizzata verso un approfondimento del dialogo con il pd ed il civismo di sinistra: una condizione che avrà il suo peso quando ci sarà da votare per le provinciali, con i consiglieri di Viterbo 20 20 che potrebbero trovarsi a fare da ago della bilancia tra destra e sinistra (si potrà parlare di un effetto Frontini sul voto).
Il civismo frontinian-ventiventino è del tutto post ideologico, la provenienza “conservatrice” della leader Chiara sembra essersi già stemperata in un liberalismo molto più ecumenico e moderato che può tranquillamente portarla a dialogare con chiunque, quindi di una portavoce messa all’angolo non si scorgono al momento neanche poco evidenti tracce.
Il centrodestra, molto forte come da sempre a Viterbo, potrebbe trovarsi a chiedere un confronto alla sindaca se la sua politica non si allontanerà da certo furore elettorale proprio delle uscite del consigliere regionale Sabatini e dei suoi: specie Fdi, con i rotelliani più defilati come il loro capocorrente ormai preso da impegni governativi, non pare in grado di portare un attacco deciso e definitivo all’amministrazione in carica. Il polo moderato conservatore viterbese sembra legato a doppio filo alle fortune della sua ala centrista impegnata a costruire un’alternativa che però ha bisogno di tempo e non è alle viste.
Ecco perchè più che di una Frontini in difficoltà, potremo parlare di una sindaca sovraccarica di impegni e responsabilità, con una sovraesposizione d’immagine nella comunicazione che forse potrebbe alleggerire un po’, ma solo per non dover sopportare un superlavoro continuo e scoprire il piacere della delega.
Per il resto di carte da giocare ne ha ancora tante così come il suo movimento sembra destinato ad estendersi su base provinciale, acquistando in tal modo peso elettorale e politico, ed un indirizzo strategico i cui confini non sono ancora delineati, ma che già le danno la possibilità di incidere in scenari amministrativi potenzialmente sempre più estesi.
(p.b.)