Roma, rete antiviolenza,  Casa delle Donne Lucha y Siesta: “La Regione vuole farci chiudere”

“Con il 25 novembre alle porte e 93 femminicidi in soli 9 mesi, la Regione Lazio vorrebbe porre fine a una delle esperienze più significative nel contrasto alla violenza di genere. Cinque anni fa era l’amministrazione Raggi, oggi è la Regione Lazio di Rocca; cambiano i colori ma la violenza politica è la stessa: la Casa delle Donne Lucha y Siesta è di nuovo sotto attacco e con lei tutta la rete antiviolenza, tutto il movimento femminista e trasfemminista, l’intera comunità di associazioni, persone singole, partiti politici e sindacati che hanno reso possibile il sogno di Lucha alla Città. Dopo 15 anni di costruzione di un presidio antiviolenza all’avanguardia, di tavoli istituzionali che hanno condotto all’acquisizione da parte della Regione Lazio dello stabile di proprietà Atac e alla stesura di una convenzione avanzata che riconoscesse formalmente alla comunità l’immenso valore di Lucha y Siesta, si riparte dal via.

Due anni fa infatti, la stessa Regione Lazio sotto la guida Zingaretti aveva dichiarato salva l’esperienza di Lucha y Siesta, aggiudicandosi all’asta l’immobile dell’Atac in fallimento e mettendo a punto un’opera di ingegneria giuridica innovativa – con una equipe fatta di amministrativi, giuriste, attiviste e esperte in violenza di genere – che, unendo Convenzione di Istanbul, legislazione per il contrasto alla violenza di genere e legislazione sui Beni Comuni, avrebbe finalmente dato un riconoscimento formale, tramite convenzione, a un’esperienza che in quindici anni ha sopperito alle falle del sistema antiviolenza locale e nazionale, sempre insufficienti in termini di accoglienza per donne e minori in fuga dalla violenza, sempre carenti negli interventi di prevenzione alla violenza di genere. E di nuovo sembra necessario spiegare che svuotare dei corpi – richiedendo la liberazione dell’immobile – e di senso – predisponendone la messa a bando – sia un atto politico inaccettabile, un’azione miope e incompetente, una violenza istituzionale che non siamo disposte a ricevere”. Così in una nota la Casa delle donne Lucha y Siesta.

“Ma non ci stupisce- prosegue la nota- che la Giunta Rocca pensi di poter cancellare Lucha y Siesta, che porti avanti la politica del “far quadrare i conti” al di sopra delle vite, che promuova paternalismo e assistenzialismo laddove germoglia autonomia e autodeterminazione, che neutralizzi a servizio ciò che è spazio bianco dell’immaginario femminista, l’unico in grado di costruire le risposte adeguate all’inasprirsi di violenza, stupri e discriminazioni. E che lo faccia pensando di non dover neanche interloquire con le realtà che in questa Regione da decenni si occupano di contrasto alla violenza di genere. Non ci stupisce e allora non stupisca neanche la nostra risposta. Non cederemo di un millimetro, non ci nasconderemo dietro la burocrazia amministrativa, non ci confonderemo dentro vuoti slogan, non assomiglieremo alle vittime indifese che volete renderci e no, non ci siederemo il prossimo 25 novembre su altre panchine rosse installate per l’occasione. Continueremo a fare contrasto alla violenza con professionalità, a intrecciare alleanze con passione e a resistere a questo nuovo attacco con la moltiplicazione degli spazi di propagazione della cultura femminista e transfemminista. Intanto oggi bisogna impedire che questa delibera venga discussa e approvata. Che sia chiaro, per il prossimo 25 novembre non vogliamo panchine rosse, vogliamo Lucha y Siesta! E sappiamo che non continueremo da sol3, perché Lucha y Siesta siamo tutt3″, conclude la nota di Lucha y Siesta.

Non si può mettere al bando chi combatte ogni giorno la violenza di genere. Mettere a rischio l’esistenza della Casa delle Donne Lucha y Siesta con una delibera è gravissimo, significa togliere un riferimento fondamentale per donne e bambini, vittime di violenza, stupri, molestie e abusi di ogni tipo. Un attacco a una realtà attiva da anni a Roma nel contrasto alla violenza di genere. La destra da tempo attacca l’esperienza Lucha y Siesta e ora che sono al governo della Regione Lazio provano a cancellare questa importante esperienza. La Regione Lazio si fermi, giù le mani dalla Casa delle Donne Lucha y Siesta”. Lo afferma la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.

La Regione Lazio non tocchi Lucha y Siesta, la casa delle donne di Roma che rappresenta un patrimonio per la città- dichiarano le consigliere e i consiglieri del Partito Democratico in Campidoglio- Una realtà preziosa che da oltre 10 anni è impegnata nel sostegno di tante donne e minori, e che ora il Presidente Rocca vuole mettere in pericolo mettendo a bando la gestione dello stabile di via Lucio Sestio, casa per tantissime donne e bambini impegnati nel processo di uscita dalla violenza. Noi siamo e saremo al fianco delle attiviste e faremo tutto il possibile per chiedere al presidente Rocca di fermare la delibera di giunta regionale, di convocare le associazioni per ripartire dalla convenzione. Giù le mani da questa straordinaria esperienza di partecipazione, inclusione e accoglienza”, concludono. (AGENZIA DIRE)