Dopo il covid, ed anche durante, sono aumentati i consumi di antidepressivi ed ansiolitici un po’ in tutto il mondo proprio in virtù di un’esigenza diffusa di aiuto farmacologico. In Italia il problema non è certo minore che in altre nazioni con la crisi economica galoppante; verifichiamo come è la situazione a Viterbo, grazie all’ausilio del dottore farmacista Francesco Palmucci, uno dei due proprietari della Farmacia Galliano a Piazza Fontana Grande a Porta Romana.
“L’aumento di ricette, di richieste di antidepressivi ed ansiolitici- confida Palmucci- continua ad essere sensibile anche qui a Viterbo e quel che colpisce è che suddette richieste arrivino in gran parte da giovani, da ventenni o giù di lì”.
-Quanto dipende dalla situazione mondiale e quanto dalla quotidianità viterbese a suo avviso?
“Un po’ tutte e due le cose, ma il disagio sociale a Viterbo è forte e molto visibile, molti ragazzi senza lavoro o prospettive di vita incoraggianti si rifugiano nelle droghe o nei farmaci o addirittura negli aperitivi alcoolici che ormai sono diventati una specie di punto d’incontro etilico- conviviale per i più giovani, ma non solo. La crisi certo ha colpito al cuore le province, anche la nostra non è da meno”.
Come si potrebbe combattere questo fenomeno di “rintontimento felice” cavalcato come salvezza da tanti viterbesi?
“Sicuramente creando strutture sociali adeguate, favorendo la comunicazione, il dialogo tra ragazzi, i punti d’incontro anche tra over 40 e via dicendo. Mi auguro che gli antidepressivi non servano solo come via di fuga dall’esistente, ma siano un modo per vivere meglio e con più forza ed anche divertimento, una quotidianità che spesso per molti può diventare in un ambiente chiuso e con l’ascensore sociale fermo da sempre, opprimente e senza via di uscita”.
Nonostante il grosso lavoro di modernizzazione che stanno portando avanti la sindaca e la sua giunta, con grande dispendio di energie e lodevole operosità, ci sono ampi strati di popolazione che non riescono a tenere il passo del cambiamento: e la speranza è che i meno fortunati, i senza lavoro, i disoccupati, i precari, i giovani diplomati e laureati senza lavoro abbiano ben altre alternative davanti che il consumo di farmaci, droghe ed alcool.