Viterbo, massacrò di botte la fidanzata nel parcheggio di una discoteca

Massacrò di botte la fidanzata nel parcheggio di una discoteca ed è finito a processo con l’accusa di lesioni aggravate. Una storia agghiacciante, quella riassunta ieri in aula da una trentenne, che a febbraio scorso riuscì a salvarsi per miracolo dalla furia dell’imputato.

La giovane dinanzi al giudice monocratico ha ricapitolato l’ennesimo episodio di violenza che la convinse a denunciarlo. “Ci incontrammo in un locale della provincia – ha raccontato la vittima -, dove era stata organizzata una festa per il veglione di Carnevale. In quel periodo, anche se sapevamo che la nostra relazione non era destinata ad andare avanti, frequentavamo più o meno gli stessi posti e le stesse persone, e continuavamo a vederci e ad avere momenti di intimità. Io mi ero fermata all’esterno con delle amiche e un ragazzo, vestito in maschera, ci chiese se avessimo un elastico per legare i capelli. Proprio mentre stavo porgendo l’elastico a questo giovane, il mio ex uscì e vedendo questo scambio si alterò e così cominciammo a litigare. Era accecato dalla gelosia e mi assalì iniziando a strattonarmi, a tirarmi per i capelli e a scuotermi facendomi cadere a terra. In quel momento si avvicinò un suo amico e delle ragazze che si misero in mezzo per difendermi. Lui mollò un ceffone al suo amico, io nel frattempo riuscii a salire a bordo della mia auto e lui fece altrettanto”.