Sarà un Natale magro per i viterbesi. Parola di Antonio Nobili, responsabile della Confconsumatori provinciale, che con la sua associazione ha svolto in questi giorni un’indagine per capire come il consumatore della Tuscia si stia organizzando per le ormai imminenti festività, come riporta il corriere di viterbo.
Il risultato è abbastanza sconfortante: oltre la metà degli interpellati tirerà la cinghia, con tutte le conseguenze economiche del caso sul fronte degli acquisti natalizi. “Nonostante qualche barlume di ripresa – dichiara Nobili – i consumatori si trovano in grande difficoltà nel far quadrare i bilanci familiari. Ciò significa che le attività commerciali della nostra provincia, che contavano proprio sul Natale per ridare ossigeno ai propri affari, dovranno fare letteralmente i conti con un drastico calo degli introiti rispetto all’anno passato, quando comunque si registrava ancora l’effetto rimbalzo originato dalla fine della pandemia”.
A minare la capacità di spendere delle famiglie, sottolinea il presidente della Confconsumatori di Viterbo, è in primis la perdita del potere di acquisto del denaro. “Gli aumenti generano una crescente insicurezza nei cittadini – dice – che, in base a quanto emerge da un nostro sondaggio, spenderanno molto meno sia per i regali che per il cibo”.
I numeri pubblicati dall’Ufficio studi della Confcommercio a livello nazionale sono di segno solo un filo più ottimistico: il Natale 2023 sarà “senza pessimismo ma con incertezza”. Per quanto riguarda gli acquisti, è stato stimato che all’incirca 43 milioni di italiani faranno regali e compere per una spesa complessiva pari a 8 miliardi di euro. Una cifra superiore rispetto a quelle degli ultimi due anni dagli italiani. Nel 2021, infatti, la spesa si aggirava attorno ai 7,8 miliardi mentre nel 2022 attorno ai 7,1 miliardi.