Proprio nel momento in cui Viterbo avrebbe avuto bisogno di ritrovare un senso comune, in modo tale che i suoi cittadini potessero remare tutti nella stessa direzione almeno di queste ricorrenze, è di nuovo scoppiato il Natale dei veleni e delle contrapposizioni ad orologeria.
Proprio quando la città avrebbe avuto necessità di rafforzarsi con spirito di corpo, è ancora una volta venuta fuori la strategia dell’interesse personale, la polemica tuonante e mirata, la divisione in accusatori solenni e bersagli da colpire per nutrire sospetti, paventare scandali, ingigantire disaccordi.
Purtroppo a Viterbo succede sempre così, non si riesce mai ad andare uniti verso un obiettivo, fosse anche semplicemente festeggiare serenamente il Natale.
Vedremo nelle proprie settimane quello che succederà: la sindaca Frontini, dopo un attacco portato al cuore del suo movimento in piena approvazione di bilancio non poteva fare altro che serrare le sue fila, difendere il suo progetto e seppure molto velatamente, contrattaccare evidenziando l’incongruità, a suo avviso, dei pesanti, ma nebulosi addebiti ricevuti.
Non c’erano i margini per un dibattito chiarificatore, non si può parlare di politica in un clima creato ad hoc di sospetti, non si possono affrontare le voci critiche se sono solo poco chiare stilettate sferrate con ferocia, ma senza riconoscibilità sostanziale.
Le crisi dei partiti, dei movimenti civici, possono essere salutari se servono ad aprire una discussione interna utile, a fare in modo che la diversità di vedute possa diventare una ricchezza ed un elemento di crescita.
Ma le intemerate ferocemente indirizzate per creare discordia e intorbidire l’atmosfera a poco servono tranne che a regalare la luce dei riflettori a personaggi di seconda fila che mai hanno trovato modo di distinguersi per idee e contenuti.
Difficile, complicatissimo navigare nelle acque perigliose viterbesi, l’augurio per il nuovo anno è che il dibattito politico salga di livello, oltre che servire ad individuare nemici e ad inventare colpi di teatro pieni di enigmi irrisolti.
Il lavoro che c’è da fare in questa città è enorme, già di anni se ne sono persi tanti, è il momento di decidere dove andare e cosa fare, verso un comune interesse che viene puntualmente soffocato da tristi personalismi di provincia.
Buon Natale a tutti, ecumenico e rasserenante, buon Natale Viterbo.