2024, che anno sarà? Com’è difficile amministrare Viterbo, ma sarà possibile?

Arriva il 2024 e a Viterbo si respira un’aria un po’ sospesa, saranno le feste, chissà, certo però che oggi dovrebbero andar via tutte con l’Epifania, e allora sì che saremo davvero nell’anno nuovo per la città e i suoi obiettivi.

Più passano i decenni comunque più si ha la sensazione che il popolo viterbese sia abituato al “nulla di fatto”, allo 0- 0 perenne, fa scuola in questo caso l’azzeccatissimo “per cambiare non cambiare” dell’ex sindaco Marini che esprimeva come meglio non avrebbe potuto l’animus locale.

L’amministrazione Frontini in un anno e mezzo qualche tentativo di innovazione lo ha fatto, il progetto di chiusura graduale del centro storico, le piste ciclabili, ad esempio, che hanno subito scatenato ovviamente il malcontento totale degli automobilisti: ma cercare di far diventare Viterbo una città evoluta e al passo coi tempi non è reato, poi certo si può sempre migliorare e magari comunicare quello che si fa in maniera più chiara e leggibile, ma bisognerebbe in ogni caso andare avanti verso il futuro e non il passato.

Poi c’è il PNNR, fondi che fanno gola a molti e che possono giustificare una, cento mille spy story che come al solito ammorbano la vita cittadina, come in ogni provincia un po’ oscura e attraversata dalle solite egemonie secolari che si rispettino.

L’impressione è che comunque la vetus urbs voglia restare, nel più profondo, una città isolata, con i suoi giochi poco chiari, la sua corruzione diffusa e assolutamente trasversale, la sua perenne involuzione più reazionaria che conservatrice.

Ora tutti addosso alla sindaca Frontini, domani a tal dei tali, ogni senso comune manca nell’urbe immobile e malinconica, ogni interesse privato è lecito in ogni campo.

Alla sindaca l’onere non facile di mettere un po’ d’ordine in questo inestricabile groviglio di speculazioni e di monellerie di provincia: ha un compito assai gravoso, che solo la leggerezza dei trent’anni e un po’ di indispensabile incoscienza potranno ammorbidire.

E poi c’è il plotone d’esecuzione dei perfidi parolai scandalistici a tassametro: ma la prima cittadina deve provarci, la testardaggine non le manca, magari deve rivedere solo la forma di comunicazione scelta, questo lo andiamo dicendo da tempo.

Ma si tratta di, seppur importanti, dettagli: indispensabile sarà tenere la barra dritta verso una città contemporanea, e le intenzioni ci sono tutte, sembra, ed anche la decisione e la grinta. Che arrida la buona sorte agli spiriti intrepidi.