Al via ieri il processo con rito ordinario a Ubaldo Manuali, il netturbino 59enne, originario di Riano, arrestato il 12 settembre scorso a Roma, con l’accusa di violenza sessuale e diffusione illecita di video e immagini sessualmente espliciti, come riporta Valeria Terranova sul Corriere di Viterbo.
Tre le vittime costituitesi parti civili nel corso dell’udienza dedicata all’ammissione delle prove che si è celebrata davanti al collegio del tribunale di Viterbo. L’operatore ecologico era stato arrestato in autunno su disposizione del gip del capoluogo, che aveva accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dal pm Michele Adragna. Il 59enne era finito inizialmente nel penitenziario romano di Regina Coeli. Nei giorni seguenti, Manuali, aveva ottenuto gli arresti domiciliari dopo aver risposto alle domande dei magistrati in occasione dell’interrogatorio di garanzia. In quella sede l’uomo aveva ridimensionato la propria posizione.
Ma le indagini a suo carico, in un primo momento avviate dalla procura di Tivoli, alla luce degli esiti investigativi erano state già affidate per competenza territoriale alla procura di Viterbo. Infatti gli inquirenti erano riusciti a rintracciare la prima delle 3 presunte vittime, che il 59enne adescò sui social tra il 2022 e il 2023. Si tratta di una quarantenne di Capranica alla quale gli investigatori erano riusciti a risalire dopo aver passato al setaccio video, immagini e chat conservati nel cellulare dell’uomo. La quarantenne, che nulla ricordava di quanto le fosse successo, era rimasta sotto choc dopo essere stata informata dagli investigatori di essere stata vittima di abusi sessuali da parte dell’imputato.
Stando alle ipotesi accusatorie, la strategia del 59enne sarebbe stata sempre la stessa. In base a quanto ricostruito finora, Manuali avrebbe contattato le vittime attraverso i 6 profili che aveva creato su una piattaforma online, le avrebbe invitate a casa sua per cene galanti e avrebbe offerto loro da bere. Secondo le contestazioni, nelle bevande il 59enne avrebbe versato un sedativo ipnotico e avrebbe abusato di ciascuna vittima. Il farmaco che avrebbe utilizzato per stordirle, il Lormetazepam, era stato rinvenuto dagli operanti nella sua abitazione.