La guerra dei villani: la macchina della Frontini arcinota nel quartiere come sua auto

Nel chiacchiericcio del dopo scherzo (???) da villano fatto alla sindaca ieri mattina a due passi da casa sua alcuni ambienti stanno cercando di accreditare l’ipotesi del gesto di un artista (pazzo?)alle prese con una installazione sulla logistica di mutati rapporti sessuali di coppia.

Una ipotesi che va a scontrarsi con una prima oggettiva verità, cioè che la macchina della sindaca Frontini è arcinoto che sia la sua macchina in tutto il quartiere che poi potrebbe essere (?!) anche quello del provocatorio (?) performer.

Così come gli oggetti da donna (scarpa col tacco alto e mutandine rosse) messi in evidenza al posto di guida lasciano chiaramente intendere che l’artista o presunto tale sapesse che la sindaca guida personalmente e solo personalmente la sua auto, essendo l’altro passeggero abituale, il marito, sprovvisto di patente e non interessato a condurre auto.

La scarpa da uomo, trovata proprio accanto al posto del passeggero, lascia presupporre che l’installatore conoscesse bene le abitudini di casa Frontini.

Risulta quindi difficile da credere, almeno sulle prime, che lo “scherzo” (??) non fosse mirato a colpire la prima cittadina con una serie poi di allusioni davvero vergognose e altamente offensive.

Sarebbe il caso che l’artista pazzo, senza nascondersi dietro l’anonimato, l’avvocato, lo scambio di persona, facesse pubblica ammissione di aver avuto una infelicissima, volgare e sessista iniziativa, colpendo la più grossa istituzione cittadina con una cattiveria inaudita (ci saranno odiatori di professione dietro le mosse del performer, se di questo si tratta?).

E chiedesse con il proprio nome e cognome scusa alla sindaca e alla città: un grande artista, se si tratta di una personalità del genere, che attacca nella sua identità di donna una prima cittadina può aspettarsi la clemenza della stessa solo dopo un outing totale e particolareggiato che elimini ogni dubbio su una eventuale cattiva fede di un mandante.

Ma anche così non sarebbe facile convincere una sindaca colpita nell’orgoglio così violentemente a lasciar perdere ogni azione legale.