Purtroppo Viterbo resta una città tristissima, tanto bella quanto sfortunata: una città che deve restare immobile a guardarsi l’ombelico, ad accontentare le solite consorterie, ad assecondare invidie, rancori, guerre intestine infinite.
Tutto questo per evitare di prendere coscienza di una necessaria apertura al mondo, di una selezione mai avvenuta delle classi dirigenti, per tenersi sempre alla larga da progetti innovativi e tentativi seri di cambiare le cose.
In questo universo spento purtroppo e pieno di veleni sta cercando di dire la sua con carattere la sindaca Frontini anche con molta determinazione e con risultati più che apprezzabili.
Ma la semplice decisione di fare, di mettere in movimento la macchina amministrativa come si dovrebbe, nella vetus urbs immobile e sempre e solo ripiegata su se stessa dà fastidio ai manovratori, ai sostenitori del vuoto che avanza, ai reazionari del “chi vuole provare a cambiarla questa città è perduto”.
La stanca liturgia della provincia depressa, e dei corifei delle campagne d’odio da sempre colpiscono la povera città antica al cuore per impedire ogni ricambio vitale dei ponti di comando, ogni valorizzazione dell’urbe in un contesto nazionale, ogni sbocco positivo ad un necessario processo di modernizzazione del sistema.
Purtroppo Viterbo è così, cade addosso a chi le vuole bene e cerca di operare nel suo interesse, è alla mercè di oscure cariatidi che la paralizzano, la deprezzano, la rendono peggiore per il solo gusto di non dare spazio ad energie positive e rivitalizzanti, di dare addosso a chiunque voglia opporsi o essere alternativo ad un sistema spesso reazionario e vendicativo.
In questo bailamme la sindaca Frontini ha sempre saputo sinora destreggiarsi con personalità e convinzione spinta da un reale amore per la sua terra.
Ci sono tutte le premesse perchè continui a farlo, merita tempo e fiducia e appoggio incondizionato all’entusiasmo dei trent’anni: se ci sono cose che dovrà chiarire siamo certi saprà farlo con compiutezza nelle sedi competenti e solo in quelle, come le sarà dovuto e non altrove.