La differita web “tossica” del pensiero frontiniano e la frustrazione che gira intorno

Siamo davvero in una città impazzita, viene di pensarlo sempre più spesso. Prova ne sia la pubblicazione sul web a puntate di tutte le parole profferite dalla sindaca e dal marito nel corso della famosa cena delle registrazioni nascoste.

Eppure la materia di pubblico interesse dovrebbe riguardare solo le presunte minacce del consorte Cavini al “tecnico del suono” (il Bruzziches con il tasto premuto sul Rec) delegato al patrimonio in polemica con l’amministrazione.

Invece oggi si è saputo anche dei contrasti interni al movimento 20 20, del dissidio Frontini-Chiatti e della volontà della sindaca di non avere più accanto a sè la Chiatti.

Queste sono logiche e dinamiche di partito che avrebbero il diritto di restare private, se volessimo pubblicare tutti i contrasti interni alla politica quante cose clamorose, dai toni accesi, leggeremmo?

Tantissime, giurateci, e questo non è innocentismo pro-frontiniano, è diritto alla privacy: perchè deve essere noto quel che pensa la prima cittadina dei suoi dipendenti, dichiarazioni che possono essere anche sfoghi del momento o comunque non affidate alla conoscenza della pubblica opinione?

Conosciamo la Chiatti come avvocato professionista serio e corretto, potrà essere rimasta delusa dalla sua militanza nel movimento viterbo 20 20, ma tutto questo subbuglio di populismo colpevolizzante a prescindere contro la sindaca non potrebbe alla fine avere un effetto boomerang? La Chiatti ha sicuramente i mezzi per combattere la Frontini politicamente in consiglio comunale, l’informazione dal buco della serratura siamo convinti che non risolva nulla, tranne la curiosità dei più morbosi.

Perchè tutto a Viterbo deve diventare pettegolezzo di paese, manovrato o da quella o quell’altra lobby, possibile che il livello della comunicazione debba essere così basso e sordido?

Povera Viterbo, c’è chi continua ad affossarne la credibilità di cittadina proiettata verso un modello possibile di vetus urbs seriamente e pienamente di arte e cultura. Quanta frustrazione in giro.