La voglia di futuro della Frontini,  l’oscurantismo dei soliti noti e lo squadrismo informativo

Sempre la stessa storia nei secoli dei secoli: quando a Viterbo mostri di avere voglia di futuro, di voler superare equilibri fin troppo cristallizzatisi nelle ere geologiche, iniziano per te ad arrivare i guai, come dice un mio caro amico “la città ti viene addosso”.

La sindaca Chiara Frontini in questi due anni ha cercato di rinnovare i canoni amministrativi cittadini, ormai preistorici, mettendo in agenda la chiusura graduale del centro storico alle auto, dando il via con il pnnr ad un programma di lavori vasto e variegato riguardo strade e piazze cittadine, cercando di aggiornare i linguaggi e i progetti, fino a giungere ad una complicata, ma non impossibile da mettere in opera, città d’arte capitale della cultura.

Tra le vie possibili ha scelto quelle più impegnative, quelle che se devi percorrere hai bisogno di tanta cocciutaggine e molto fondo: un viaggio affascinante e lungo che non può dare certo risultati definitivi in due anni.

Tutto ciò è bastato per mettere in agitazione la città immobile e chiusa in se stessa che ha poi colto l’occasione di una “registrazione privata” per iniziare una campagna squadristica modello telenovela dei bassifondi periferici nei confronti della sindaca.

La storia è nota a tutti, inutile ripeterla, ci penserà la magistratura ad accertare la verità, prima tappa novembre: tutto quello che viene indirizzato addosso alla prima cittadina, estratti da una cena privata che non si quale valore probante abbia, è mondezza maleodorante che non c’entra niente col diritto di cronaca ed è un tentativo strapaesano (parlare di livello infimo è forse eufemistico) di delegittimare l’amministrazione comunale per non affrontare una più onesta ed impegnativa battaglia politica.

Questa orrenda abitudine malevola dello sbattere il mostro in prima pagina (mostro che poi puntualmente col tempo si dimostra innocente) tiene sotto scacco purtroppo la società viterbese da anni e questo è uno dei misteri irrisolti della città colpita al cuore dalla perfidia dei mediocri e degli oscurantisti pelosi.

In questo clima la città sprofonda nella perfidia fine a se stessa e nel più becero dei provincialismi primordiali.

Ci siamo abituati a questo livello di abissale mediocrità, ma non è mai finita la nostra battaglia di resistenza.

Battaglia per la libertà di espressione e di pensiero che anche la Frontini dovrà condurre e che viene prima di tutto, ben

prima del fattore politico e giudiziario che tornerà d’attualità solo nei contesti a lui consoni.

(per la libertà di pensiero e di espressione a viterbo)