“Non era la calligrafia di mio padre quella impressa sulle pagine dell’agendina rossa ritratta nella foto che mi mostrarono i carabinieri”, ha affermato ieri in aula la figlia 37enne di Salvatore Bramucci, ammazzato a colpi di pistola il 7 agosto 2022 a pochi passi dalla sua abitazione in una zona di campagna a Soriano nel Cimino, come riporta il corriere di viterbo.
Nella lunga deposizione resa nel corso dell’udienza del processo ai 6 imputati, accusati di omicidio pluriaggravato in concorso, che si è celebrata ieri dinanzi alla Corte d’assise di Viterbo, presieduta dal giudice Francesco Oddi, la 37enne ha raccontato di aver nutrito quasi subito dei sospetti sul coinvolgimento nell’omicidio della vedova, Elisabetta Bacchio, sotto accusa con la sorella e il cognato, Sabrina Bacchio e Costantin Dan Pomirleanu, i due presunti sicari, Tonino Bacci e Lucio La Pietra, e un amico di questi ultimi, Alessio Pizzuti. “Credo che la moglie di mio padre stesse provando a depistare e per provocarla le dissi che secondo me c’era lei dietro il delitto e mi rispose affermando che se fosse stata al mio posto anche lei avrebbe pensato una cosa del genere”, ha dichiarato la giovane, che incalzata dalle domande del pm Massimiliano Siddi, ha esposto la propria verità in merito al tesoretto della vittima e all’intenzione di cambiare vita trasferendosi alle Canarie