Girava voce da qualche giorno che i commercianti di corso Italia pensassero di organizzare una serrata di protesta (contro chi, immaginate voi) per santa Rosa.
Non si capisce cosa avessero da protestare piccoli imprenditori privati che aderiscono alla legge di mercato che seleziona, volente o nolente, le attività che vanno e quelle che non vanno.
Ora, a prescindere dalla veridicità o meno della cosa, stamane cittapaese.eu ha girato un po’ per il suddetto corso alla ricerca di conferme o smentite.
Ebbene, al 90 e più per cento nessuno era al corrente del presunto sciopero, anzi in percentuale massima tutti contrari e sconcertati da tutto ciò.
Nessuno vuole restare chiuso a Santa Rosa e soprattutto nessuno si sente in dovere di accusare chicchessia della crisi commerciale di corso italia, a parte pochissime voci isolate e atteggiamenti contro un po’ convulsi.
Se i commercianti di corso italia sono in affanno non è certo per mancanza di eventi, che possono essere sporadici e lenire solo episodicamente le ferite economiche.
Il discorso da fare sarebbe molto più vasto e non potrebbe esulare dal problema merceologico, dalla proposta di vendita complessiva e dall’adeguamento indispensabili dettati dalle variate condizioni della domanda cui rispondere con l’offerta.
Quindi queste grida isolate di dissenso e di protesta appaiono, se così vaghe e approssimative, inutili polemiche fini a se stesse: come se il folclore non potesse mai smettere di soffocare la vetus urbs.
(Teofilo Pancrazio Guantanamera)