Passano gli anni, cambiano le iniziative culturali e le amministrazioni comunali, ma non sempre le novità sono in progress: molto spesso anzi la qualità degli eventi peggiora notevolmente anche perchè gli eventi spesso vengono organizzati come sfogatoio di vanità per superare ancestrali complessi di inferiorità di tristi figuri da provincia depressa.
Non si riesce a capire, ad esempio, perchè due rassegne nazionali di spessore come Il Salotto delle 6 e Caffeina siano scomparse dalla scena locale: si capisce che Filippo Rossi buttandosi in politica abbia rovinato tutto, attirandosi antipatie e critiche anche per gli alti costi della sua manifestazione, quando magari andava buttata l’acqua sporca, ma salvato il bambino. Invece di cancellare tutto, riprogrammare, magari aggiustando la linea editoriale e aggiornando il budget per la realizzazione.
Se per quello che riguarda Caffeina c’è almeno qualche autogol di Rossi a giustificarne la fine, sono del tutto ignoti i motivi che hanno portato all’uscita di scena de Il Salotto delle 6 del suo ideatore e conduttore, Pasquale Bottone, direttore di questo blog, critico musicale e letterario di antica data, nonchè vero e proprio “inventore” delle rassegne letterarie a Viterbo.
Il Salotto delle 6 è stato fermato quando era diventata una delle rassegne sul giornalismo d’inchiesta e i misteri d’Italia più nota e apprezzata da critica e stampa di tutto il belpaese: perchè? Non è dato sapere, ma dopo Il Salotto delle 6 e Caffeina solo dilettantismo e improvvisazione e dopolavorismo di periferia.
Fatto sta che il panorama cultural-letterario 15-20 anni fa era in fermento, ora abbiamo solo copie straprovinciali di valore assai modesto, quando anche le abbiamo.
Invidie, pressapochismo, competitività untuosa e strisciante tra i motivi di questa debacle delle rassegne librarie, ridotte a piccoli happening prevalentemente stralocal a livello di ideazione e conduzione, con tanto di copia copiella generalizzata.
Tanto Viterbo non può crescere e chi si sforza di tentarci viene messo alla porta da un sistema di mediocrità, clientele di basso bordo, e “magna magna” con sagra incorporata.
(Casimiro Bertini)