Addio a Silvio Ascenzi, sindaco e imprenditore: accolse Papa Woytila

Se ne è andato ieri mattina all’alba, nella sua abitazione di campagna. All’età di 84 anni, è morto Silvio Ascenzi, ex sindaco e figura storica dell’imprenditoria viterbese. A poco più di un anno dalla scomparsa di Nando Gigli, se ne va con lui un altro pezzo della vecchia Viterbo democristiana, come riporta il corriere di viterbo.

Nato il 7 dicembre 1940, giovane laureato in giurisprudenza iniziò a fare politica proprio su invito di Gigli, candidandosi nel 1970 come consigliere comunale per la Dc. D’altra parte nel suo dna c’erano quarti di nobiltà politica: il padre Filippo – a cui è dedicata la centralissima via dove ha sede il Comune – era stato podestà durante il ventennio fascista e poi presidente della Provincia. La trentennale carriera amministrativa di Silvio Ascenzi culminò il 7 novembre 1983 con l’elezione a sindaco. Prima era già stato diverse volte assessore.

Durante il suo mandato, riconfermato nel 1985 con un record di preferenze, guidò una giunta composta da democristiani, repubblicani e liberali. Tra i momenti più significativi della sua amministrazione spicca l’organizzazione della visita pastorale di papa Giovanni Paolo II a Viterbo, il 27 maggio 1984. In una recente intervista a un quotidiano, Ascenzi aveva ricordato come la visita di Wojtyła fosse stata anche l’occasione per ammodernare tutte le piazze e le strade della città: “Spendemmo tra i 5 e i 6 miliardi di lire”.

Parallelamente all’impegno politico, Ascenzi ha portato avanti la sua attività di imprenditore agricolo. Insieme al fratello Francesco, ha gestito un’importante azienda agricola, diventando figura di riferimento per le associazioni di categoria. Numerosi i ruoli istituzionali di prestigio ricoperti duranta la sua carriera: presidente della Camera di commercio, della scuola per infermieri, membro del consiglio d’amministrazione dell’Università della Tuscia. Incarichi che testimoniano il suo costante impegno nel promuovere lo sviluppo economico e culturale della città. Al centro della sua vita c’è però sempre stata la famiglia. Sposato con Maria Cristina Caucci, Ascenzi lascia quattro figli: Gabriella, imprenditrice; Raffaele, architetto, ex facchino e creatore di ben tre Macchine di Santa Rosa (tra cui l’attuale Dies Natalis); Guglielmo, avvocato; Nicoletta, agronoma, scomparsa nel 2018. Alla famiglia si aggiungono i tanti nipoti.