Respinge le accuse un 31enne che la sera del 9 agosto 2021, mentre era a volante della sua Alfa Romeo 156 in direzione Montefiascone, sbandò e si cappottò finendo a processo per lesioni stradali e guida in stato di ebbrezza, aggravata per aver provocato l’incidente, come riporta il corriere di viterbo.
Ieri il ragazzo di fronte al giudice Giovanna Camillo ha esposto la propria versione dei fatti. “Raggiunsi la mia fidanzata in un locale sul lago per un aperitivo – ha raccontato l’imputato -. Presi un cocktail ma non riuscì a finirlo per un litigio nato tra alcune persone nacque che ci spinse ad andar via. Lungo la strada verso Montefiascone, a un certo punto mi accorsi di un istrice che avanzava alla mia sinistra, quindi sterzai e l’auto si ribaltò. Fortunatamente io rimasi illeso, ma la mia ragazza aveva dolore ad un braccio”.
“Quindi chiamammo i carabinieri e il 118 – ha proseguito il 31enne -. Al loro arrivo io rifiutai le cure, ma i militari non mi dissero che avrei dovuto sottopormi all’alcol test una volta in ospedale, dove ci recammo per approfondire il trauma riportato dalla mia ragazza, né che avrei dovuto contattare un avvocato. Scoprì che i carabinieri avevano richiesto le analisi prima di firmare il foglio di dimissioni”. Incalzato dal giudice, il 31enne ha ribadito di aver finito il drink: “Non mi capacito del tasso alcolemico rilevato dagli accertamenti e neanche la mia compagna”.