“Noi del km 72,700 della Cassia, visto cosa ha fatto Giulio della Rocca per il bene della città, cosa dovremmo fare? Bloccare la Cassia? Antonio Bartolomei del comitato km 72,700 della Cassia sulla problematica che affligge circa 100 famiglie, come riporta etrurianews.
“Abbiamo fatto lettere – prosegue Bartolomei -, raccomandate, telefonate, incontri con la Polizia stradale, incontri con gli uffici della Prefettura, incontri con l’Astral, un incontro con la sindaca e altri incontri con i suoi rappresentanti. Non abbiamo ottenuto niente, eppure una intera comunità di circa 100 famiglie, ha il dovere di recarsi a Vetralla per andare a Viterbo, facendo 10 chilometri in più.
Noi, usando i metodi che si adoperano normalmente in Italia, attraversiamo la linea continua al chilometro 72,700, violando la legge e non andiamo a Vetralla. L’Anas non ci fa uscire in quel chilometro in quanto non c’è la necessaria visibilità dovuta al fatto che non taglia i cespugli come previsto per legge.
A una violazione dell’Anas corrisponde una grave violazione dell’intera comunità. Tutto questo è normale? In un paese civile se una società privata che ha l’incarico di accudire una strada viola la legge, le istituzioni: sindaco, prefetto, Polizia, carabinieri, dovrebbero intervenire per prevenire e successivamente punire i colpevoli. Se a tutto questo c’è poi la reazione di una comunità che viola la legge, dovuto alle inadempienze dell’Anas, c’è un altro reato punibile.
Una società civile non può permettere ciò che sta accadendo. Ogni istituzione deve assumersi le proprie responsabilità. Non si possono costringere le persone a sporcare i muri di pittura, né si può costringere una comunità ad attraversare una linea continua per non fare 10 chilometri in più. Il primo caso è da evitare, con questo criterio si sono sporcati monumenti di grande valore culturale.Il secondo caso ,se dovesse accadere, al bivio del chilometro 72.700, un incidente mortale, forse allora si capirebbe l’errore che si sta commettendo per non intervenire.
Noi, persone civili, non sporchiamo i muri, né blocchiamo la Cassia per far rispettare la legge. Invece saremo spesso davanti al Comune per protestare civilmente affinché la nostra sindaca costringa l’Anas a pulire i bordi stradali per avere più visibilità ed evitare il propagarsi degli incendi. Chiediamo solidarietà e responsabilità agli organismi che ci rappresentano”.