Ligabue, Sono tempi difficili, bisogna decidere da che parte stare

L’attesa è quasi finita.

Luciano Ligabue pubblica il 22 settembre “Dedicato a noi“, quattordicesimo album di inediti della sua carriera. Un disco importante che muovendosi tra passato, presente e futuro affronta le tematiche di questi tempi difficili, trovando nel “noi” del titolo una sorta di antidoto, senza avere paura di prendere posizione. “Oggi bisogna stare dalla parte dell’emergenza – dice a Tgcom24 -, quella del cambiamento climatico, . Bisogna essere consapevoli che non c’è più tempo, del disagio sociale e degli squilibri tra chi ha tutto e chi non ha niente. E ormai non c’è più tempo da perdere”.

A tre anni da “7”, che però era composto da vecchi brani riarrangiati, Luciano Ligabue torna con un lavoro nuovo di zecca. Undici canzoni scelte tra le oltre trenta scritte in quest’ultimo periodo, per raccontare i tempi che stiamo vivendo e in alcuni casi guardare al passato per fare i conti con la strada che amori e speranze hanno fatto in questi trent’anni. Lo sguardo di Ligabue è maturo ma mai nostalgico né indulgente e nell’album non mancano pezzi ritmicamente spinti e dai testi taglienti. L’album è stato prodotto dallo stesso rocker emiliano insieme al fido Fabrizio Barbacci, al suo fianco sin dai tempi di “Buon compleanno Elvis” (1995), mentre assistente alle registrazioni è stato Lenny, figlio di Luciano, che ha anche suonato tutte le batterie del disco.    

Partiamo dal “noi” del titolo: la sensazione è quella di una chiamata a raccolta di una comunità di fronte ai tempi difficili che stiamo vivendo.

E’ esattamente così. Ovviamente è un noi difficile da definire, ma durante questi trentatré anni di discografia, ogni tanto ho avuto bisogno di affidarmi a un “noi”, che descrive un mio bisogno di appartenenza. Se “Non è tempo per noi” diceva una cosa tosta e in quel caso sentivo il bisogno di sentirmi insieme ad altri che si sentissero spiazzati da un mondo, adesso sono meno amaro. Ho sempre bisogno di pensare che ci sia il modo di sentirsi insieme e condividere valori, convinzioni e dubbi, ma allo stesso tempo so che ci meritiamo qualcosa. Anche solo il dedicarsi a noi.

La canzone che hai citato proseguiva dicendo “non è tempo per noi / e forse non lo sarà mai”. Quel tempo è poi arrivato?

Proprio nella canzone che dà il titolo a questo album c’è una frase che spiega che non si finisce mai di cercare il proprio tempo. Recita “ci sarà chi fa la storia / e ci sarà chi fa la sua / Dedicato a chi rimane ancora qui / come tutti a tanto così“. Questo movimento in avanti c’è sempre, con la fiducia di ottenere il nostro tempo almeno in parte.

Le undici canzoni del disco sono state scelte da un blocco di quasi trenta. Le hai scelte tematicamente?

Si sono fatte larghe loro, un po’ perché qualcuna aveva qualcosa da dire, un po’ perché alcune avevano modo di abbinarsi. Così “Così come sei” è la storia di due che trentadue anni fa, in “Salviamoci la pelle”, scappavano dal proprio destino e li guardiamo oggi. Ma tra le canzoni nuove ce n’è anche una che racconta di due diciottenni di oggi, che non possono essere stati segnati nella loro adolescenza dalla pandemia. Mi piaceva avere nello stesso disco una coppia di ex ventenni e una di ventenni attuali, non a caso una apre il disco e l’altra quasi lo chiude.

Ligabue: "Sono tempi difficili, bisogna scegliere da che parte stare" - foto 1
Ufficio stampa

Tra le 19 canzoni escluse ce n’è qualcuna che ha possibilità per un prossimo futuro?

Qualcuna sì. Qualche canzone l’ho esclusa a malincuore però non volevamo avere un album troppo lungo in tempi in cui si ascoltano due o tre canzoni…    

Nel disco c’è un continuo agganciarsi a elementi del tuo passato e della tua storia. Che rapporto hai con il passato?

Ci sono anche un paio di storie d’amore che hanno a che fare con il passato e come ci si ritrova oggi. Io superata la soglia dei sessanta devo per forza fare i conti con il passato. Il pericolo, soprattutto in tempi come questi in cui mi sento più spiazzato, è quello di farsi prendere da facili nostalgie. E’ un meccanismo facile guardarsi indietro e pensare che una volta era meglio. Ma se guardiamo i tempi di oggi da un punto di vista tecnologico e di un certo benessere siamo forse nel migliore dei mondi che abbiamo mai avuto. Il problema sono gli effetti di questa tecnologia che si trasformano in disagio sociale.  

Anche a causa di questa tecnologia il gap tra generazioni sembra essersi acuito. Quando scrivi oggi a quale pubblico parli?

Ho visto una cosa di Rick Rubin in cui spiegava che una delle prime cose che fa con gli artisti con cui lavora è spingerli a dimenticarsi dell’ascoltatore immaginario quando scrivono. E’ un rischio che si presenta, è facile quando si scrive una canzone provare a immaginare a chi potrebbe piacere. Ora, a parte che non ci si prende mai, bisogna riuscire a essere indipendenti, quella cosa deve piacere a te, senza cercare di compiacere qualcuno. Su questa cosa mi sono anche tormentato nel tempo perché sono portato a immaginare l’effetto che una canzone avrà dal vivo, perché è la cosa che più mi motiva. Però io non posso fare a meno di fare le cose come le sento, come le vedo, come a volte ho anche il bisogno di dirle, sapendo che probabilmente questo è un linguaggio abbastanza staccato da certe generazioni.

Proprio perché un disco che si propone di contrapporsi a tempi complicati “Dedicato a noi” non manca di prendere posizione e di parlare di temi sociali e politici, cosa che tu non hai mai temuto di fare. Secondo te perché la musica sembra aver perso la capacità di “prendere posizione” proprio in un momento storico così complicato?

Credo che in parte dipenda dal fatto che oggi esprimere un’opinione produce una serie di commenti, generando a cascata un chiacchiericcio inutile. E chi ha più pudore delle proprie opinioni si ritrae. Inoltre temo che per molti artisti ci sia la sensazione che esprimere la propria opinione conti sempre meno. E’ troppo forte il rumore di fondo generato dal fatto che ognuno ha un’opinione su qualcosa e deve farla sapere al mondo. 

In “Niente piano B” canti “E’ sempre una questione di prendere o lasciare \ e di sapere bene da che parte stare“. Oggi sai da che parte stare?  

Dalla parte dell’emergenza. Bisogna essere consapevoli che non c’è più tempo e bisogna porre rimedio al problema climatico. Ma è necessario anche ricordare costantemente che non c’è mai stata nella storia dell’umanità una forbice così ampia tra chi ha tutto e chi non ha niente. Siamo in tantissimi, è necessario fare i conti con il fatto che ci deve essere una chance per chiunque. Chiaro che tutto questo deve passare attraverso un processo politico ma bisogna capire fino a che punto la politica abbia voglia di cambiare gli elementi del sistema che crea tutto questo.

Dopo alcuni episodi sporadici in passato, in questo album tuo figlio Lenny ha suonato la batteria in tutte le canzoni. E’ ormai parte integrante anche della tua famiglia artistica?

Questa è stata una scelta del produttore che mi inorgoglisce. Io so che lui è un ottimo batterista, ma che Fabrizio Barbacci, notoriamente super pignolo sulle batterie da sempre, lo indicasse come il musicista giusto e poi ci lavorasse così bene nonostante la sua notoria pignoleria, è stato motivo di orgoglio. Ma è stata un’esperienza importante perché fare musica insieme a lui ha significato comunicare in maniera diversa, senza parlare. E credo che lui abbia capito e conosciuto molte più cose di me, anche da un punto di vista artistico. Quindi è stata un’esperienza professionale è piacevole, dal punto di vista genitoriale una tappa importante della nostra storia personale. 

Adesso ti aspetta l’Arena di Verona e il tour nei palasport. Che spettacolo hai pensato rispetto ai concerti negli stadi di questa estate?

Ovviamente ci saranno le canzoni dell’album nuovo, conto di farle girare un po’ perché voglio farne il più possibile per godermele un po’ nella loro versione che mi emoziona di più. Lo spettacolo sarà totalmente diverso perché sia a San Siro che all’Olimpico non c’era il tempo materiale di smontare e rimontare palchi, quindi siamo dovuti stare all’interno di una produzione già montata. Qui abbiamo la nostra produzione, che abbiamo studiato molto. In scaletta ci saranno ulteriori sorprese rispetto a quelle estive che già erano piaciute. (da tgcom24.it/foto Maurizio Bresciani/ nella foto LIgabue con il figlio Lenny).

La tracklist di “Dedicato a noi”

1. Così come sei

2. La parola “amore”

3. La metà della mela

4. Dedicato a noi

5. Musica e parole

6. Una canzone senza tempo

7. Quel tanto che basta

8. Niente piano B

9. Chissà se Dio si sente solo

10. Stanotte più che mai

11. Riderai

Bonus track contenuta nella versione vinile: Non cambierei questa vita con nessun’altra