Avrebbe ucciso il cane di famiglia legandolo al gancio posteriore dell’auto, trascinandolo per circa un chilometro e mezzo. Sheila, un pastore del Caucaso di 4 anni, morì per via delle lesioni causate dal trascinamento, secondo un veterinario della Asl che venerdì ha deposto nel corso dell’udienza del processo a carico di un pastore 80enne di Zepponami, che si è celebrata davanti al giudice Roberto Cappelli. I fatti risalgono al febbraio di due anni fa e si consumarono a Montefiascone. Le indagini relative al caso, condotte dai carabinieri, furono coordinate dal pm Massimiliano Siddi, come ricorda e scrive il corriere di Viterbo.
All’uomo nello specifico viene contestato il reato previsto dall’articolo 544 bis del codice penale, che punisce “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animali” con una pena da 4 mesi a 2 anni. Stando alle ricostruzioni, il 13 febbraio del 2021 l’imputato sarebbe andato a recuperare il cane che sarebbe scappato dalla proprietà e, dopo averlo ritrovato a circa un chilometro e mezzo di distanza, avrebbe legato Sheila con un guinzaglio al gancio di traino della propria monovolume Chrysler, provocandone la morte.