Ieri abbiamo parlato della “mala narraciòn”, ossia dello storytelling apocalittico e catastrofista che si sta abbattendo sul centro storico e sulla città di Viterbo, “organizzato” da chi pensa in tal modo di portare acqua al suo mulino e a quello di chi ha interesse che il quadro che riguarda la città dei papi sia sempre terribilmente negativo e in continuo peggioramento.
E la “mala narraciòn” per rafforzare la sua azione e cogliere il bersaglio ha bisogno di gridare all’emergenza ordine pubblico, di spaventare, spingere la gente a chiudersi in casa, come fosse pericoloso a viterbo anche andare a fare la spesa o spingersi a fare quattro passi.
Ogni rissa, ogni litigio tra stranieri viene quindi elevato al rango di cronaca nera da prima pagina, con titoloni con allarme inserito dentro, foto inquietanti, catenacci spaventosi che vogliono lasciare il segno.
Come se Viterbo fosse diventato un bronx ai confini della realtà, come le più sanguinose periferie metropolitane o giù di lì.
Esagerato, tutto esagerato, fino al paradosso, in modo tale che al centro storico specialmente non vi si rechi più nessuno neanche per sbaglio, come fosse una linea di confine con l’inferno e la dannazione.
Negli ultimi anni la vetus urbs non ha visto grandi miglioramenti nella qualità dei suoi abitanti, è risaputo, ha dovuto fare i conti come tutte le altre province con una crisi economica pesante, ha visto crescere il disagio sociale e l’emarginazione, come la maggior parte appunto delle aree extra metropolitane d’Italia.
Ma non si può dire che la vecchia, tranquilla, isolata e pacifica cittadina dell’entroterra alto laziale sia diventata una esposizione continua di delitti e criminalità, terrore e lotte cruente.
Ed è soprattutto surreale che all’allarme ordine pubblico gridi la destra law and order (??!!) che mai lo è stata da queste parti, mai impegnandosi negli ultimi decenni per una evoluzione dei costumi ed un innalzamento del grado di educazione civica (mai avvenuto).
Anche a Viterbo succedono diverbi, litigi, piccoli furti, talvolta episodiche rapine, ma nulla che sfugga alle forze dell’ordine e che renda davvero piena di rischi la quotidianità cittadina.
Nulla che faccia desistere dal vivere la città in tutte le sue forme, nulla che angosci fino al parossismo paralizzante.
Chi, dove, come quando e perchè si vuole offrire il ritratto di una vetus urbs a metà tra il bronx ed il far west, tra il passato e il presente sempre più insicura e invivibile?
A questo punto ne parleremo presto, ma nel frattempo continuate ad uscire, non fatevi terrorizzare dalla “mala narraciòn”.