Esplosione centro rifugiati San Lorenzo Nuovo, indagini in corso, resta il mistero sulle cause

L’esplosione è stata terribile: chi era nei paraggi l’ha paragonata ad un terremoto e le immagini ritraggono uno scenario di guerra. Poco dopo le 23 di venerdì una palazzina adibita a punto di accoglienza per i migranti è saltata per aria nell’area industriale di San Lorenzo Nuovo, nell’alto viterbese, come scrive il corriere di viterbo.

Immediato l’intervento dei vigili del fuoco e del 118, che hanno tratto in salvo coloro che erano presenti nella struttura, gestita dalla società Ospita srl. I mezzi di soccorso sono giunti dalla provincia di Viterbo, da Roma e dall’Umbria. E’ stata attivata anche la Protezione civile.
I feriti sono 31, una decina dei quali minori, suddivisi in 25 maschi e 6 femmine. Ci sono anche persone disabili.

Vengono tutti da paesi africani e sono stati ricoverati in varie strutture sanitarie non distanti dal luogo della tragedia: due di loro all’ospedale di Pisa, 2 al Gemelli, 5 al Sant’Eugenio; gli altri 22, con codici minori, negli ospedali di Orvieto, Pitigliano, Tarquinia, Acquapendente e Viterbo. Otto persone sono state dimesse quasi subito, i minori presenti nella struttura al momento dell’esplosione stanno tutti bene. La prefettura sostiene che nessuno di loro è in gravi condizioni, mentre nella mattinata di ieri si era parlato di un paziente in gravi condizioni trasportato a Roma in stato comatoso. Le stesse fonti di Palazzo del Governo smentiscono che il prefetto abbia convocato una riunione del Coc (Comitato operativo comunale) per gestire l’emergenza. Comunque la prefettura si è attivata per ricollocare i migranti che erano a San Lorenzo Nuovo.

Le cause dell’esplosione non sono chiare. I vigili del fuoco hanno dichiarato che si è trattato verosimilmente di una fuga di gas, ma non si capisce da dove sia partita. I responsabili di Ospita hanno chiarito che all’interno della struttura non esistevano impianti a gas, dato che sia il riscaldamento sia la cucina sono alimentati da un impianto elettrico. Allora, forse, l’impianto era collocato nelle aziende adiacenti? Lì ci sono una falegnameria (che non dispone di un impianto a gas) e una cantina, entrambe distrutte. Inoltre un testimone intervistato dal tg di La7 ha riferito di aver sentito un forte odore di gas prima del boato: potrebbe essere fuoriuscito dalla condotta pubblica? Le indagini sono in corso.