Applausi all’arrivo della bara. Il vescovo: “Tristezza e rabbia, trasformare dolore in impegno per società”. Dopo la funzione religiosa a Padova, una seconda cerimonia a Saonara.
Migliaia di persone davanti al maxi schermo posizionato nella piazza davanti alla basilica di Santa Giustina a Padova per i funerali di Giulia Cecchettin, 22 anni, uccisa dall’ex fidanzato a Filippo Turetta. Tanti i ragazzi, con zaino in spalla, assistono in silenzio alla funzione religiosa, c’è chi indossa il nastro rosso contro la violenza sulle donne – come i familiari della studentessa uccisa – e tra gli adulti c’è chi stringe forte un rosario. “Un raggio di sole rapito alla vita”, si legge su un cartello sollevato da una ragazza con gli occhi lucidi.
L’ingresso della bara bianca, con sopra rose bianche, è stato accolto da un lungo applauso. Il feretro era accompagnato dai familiari stretti, papà Gino e i due figli. “Essere qui è un dovere morale”, ha detto una delle ragazze in fila circondata da persone di ogni età che nonostante il freddo e la diretta televisiva hanno scelto di essere presenti per dare un segnale contro la violenza di genere.
Pochi i fiori, come voluto dalla famiglia che ha chiesto “opere di bene” nel nome della studentessa, accanto alla gigantografia appesa alla facciata con Giulia che sorride su un’altalena e la scritta ‘ti vogliamo bene’. Nella basilica 40 familiari stretti, in prima fila papà Gino che ha preparato un discorso, la sorella Elena e il fratello Davide, 360 amici e conoscenti tra cui i compagni e i docenti di Davide. Tra chi è venuto ad abbracciare la famiglia di Giulia c’è anche Vincenzo Gualzetti, la cui figlia Chiara è stata uccisa tre anni fa. Alle esequie anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a quanto si apprende.
“La conclusione di questa storia lascia in noi amarezza, tristezza, a tratti anche rabbia ma quanto abbiamo vissuto ha reso evidente anche il desiderio di trasformare il dolore in impegno per l’edificazione di una società e un mondo migliori, che abbiano al centro il rispetto della persona (donna o uomo che sia) e la salvaguardia dei diritti fondamentali di ciascuno, specie quello alla libera e responsabile definizione del proprio progetto di vita”, ha detto Claudio Cipolla, vescovo di Padova, nel corso dell’omelia. “Questo impegno è indispensabile – ha continuato – non solo per garantire qualità di vita al singolo individuo ma anche per realizzare quei contesti sociali e quelle reti in cui le persone siano valorizzate in quanto soggetti in grado di dare un contributo originale e creativo”.
“Il sorriso di Giulia mancherà al papà Gino, alla sorella Elena e al fratello Davide e a tutta la sua famiglia; mancherà agli amici ma anche a tutti noi perché il suo viso ci è divenuto caro. Custodiamo però la sua voglia di vivere, le sue progettualità, le sue passioni”, ha detto ancora il vescovo.
“Di fronte alla morte di Giulia ma anche a quella di tante donne, bambini e uomini sopraffatti dalla violenza e dalle guerre, emergono tutti i nostri dubbi. Non solo ci chiediamo: davvero ci sarà la vita dopo la morte? Ma anche: ha senso impegnarsi se poi tutto si riduce a poca cenere?”, ha aggiunto. (adnkronos/ foto adnkronos).