Respinge le accuse, il 33enne di Vignanello arrestato martedì pomeriggio per maltrattamenti e violenza sessuale ai danni della sorella 20enne. Il caso è stato seguito dal pm Paola Conti, che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri della stazione locale e dai colleghi del nucleo investigativo nella massima riservatezza, come scrive valeria terranova sul corriere di viterbo.
La ragazza, che da qualche tempo si è trasferita in una residenza protetta, avrebbe trovato il coraggio di denunciare solo dopo essersi affidata ad un centro antiviolenza del capoluogo l’estate scorsa. Sentendosi finalmente al sicuro, la 20enne avrebbe confidato tutti i dettagli della drammatica vicenda ai volontari, che le hanno garantito l’assistenza legale necessaria e l’alloggio in una casa rifugio, il più lontano possibile dal presunto aguzzino.
Da quanto emerso finora, gli inquirenti hanno ricostruito diversi episodi, che si sarebbero consumati nel 2022 tra le mura domestiche e che sarebbero andati avanti per mesi. Secondo le ipotesi accusatorie, la giovane sarebbe stata picchiata e umiliata dal fratello, il quale avrebbe abusato di lei in varie circostanze, con palpeggiamenti e carezze indesiderate all’interno della loro abitazione, anche quando era ancora minorenne.
Alla luce degli elementi raccolti, il pubblico ministero ha chiesto per il 33enne la custodia cautelare in carcere. Istanza accolta dal gip Rita Cialoni, che ha disposto la misura, eseguita martedì mattina dai militari. L’uomo è stato scortato nel penitenziario di Mammagialla, dove ieri si è svolto l’interrogatorio di garanzia.
Il giovane, rispondendo alle domande dei magistrati, ha respinto ogni addebito e ha raccontato la propria versione rispetto ai fatti che gli vengono contestati. Scendendo nei particolari, l’indagato ha spiegato che la sorella avrebbe risentito particolarmente della morte della madre, avvenuta di recente, e che lui e il padre avrebbero avuto difficoltà nel gestire il suo temperamento.