Che una sindaca poco più che trentenne, completamente fuori dal giro dei partiti come delle eterne clientele trasversali, potesse dare fastidio alla Viterbo più immobile e conservatrice, poteva essere prevedibile: che partisse una campagna d’odio senza limiti, inarrestabile e continua contro la Frontini, era un po’ meno nelle cose, eppure è accaduto.
Viterbo è la città del Lazio più bella e carica di storia dopo Roma, se non si è imposta ancora bene a livello nazionale e come ricchezza pro capite un motivo ci deve essere ed è il “tafazzismo” dei suoi abitanti e delle sue classi dirigenti e la scarsa autorevolezza di molti suoi politici rinunciatari e prostrati all’ “imperialismo capitolino”.
La Frontini, anche per i suoi anni verdi, la sua città la ama davvero, ha investito anni della sua vita, sudore e pecunia per conquistarla e non si è fatta spaventare da nessuno finora, le cose le ha fatte, è divenuta una guida dinamica, fattiva e si è caricata sulle spalle ogni responsabilità possibile, con grande sprezzo del pericolo.
Un difetto enorme per tante vecchie cariatidi cresciute sul sottosviluppo culturale, sulla noia del provincialismo più rinchiuso in se stesso, sulla logica dell’eterna rinuncia a partecipare attivamente ad un tentativo di cambiamento evolutivo cittadino.
Ed ecco la Frontini sbeffeggiata con satira greve da codice penale, assieme alla sua conosciutissima auto, a San Valentino, ecco la lettera minatoria ricevuta in questi giorni che è talmente squallida e volgare da non meritare nemmeno commenti.
Ecco il soffiare sul fuoco di certi ambienti ormai stantii e ammuffiti nel grigiore, con conseguenti veri e propri tentativi di delegittimazione dell’operato della sindaca.
Ma la prima cittadina è tetragona a tutto ciò, d’altronde non ci sono le prove, ma il piano è evidente, sempre la solita Viterbo incartapecorita che pur di esistere ( o almeno di crederlo, perchè il loro respiro nella migliore delle ipotesi va da Porta Romana a Porta Faul) ha bisogno di mettere in azione il ventilatore e di invadere il territorio con grettezze, odii e contumelie varie.
Povera Viterbo, meno male che per i poveri di spirito, dalle menti chiuse a quadrupla mandata, l’effetto boomerang al 99, 9% è assicurato.