La vittoria della Frontini alle scorse comunali ha avuto una portata storica: la prima donna a salire sullo scranno più alto di Palazzo dei Priori.
E la sindaca ce l’ha messa tutta da subito, affrontando il suo nuovo prestigioso ruolo con piglio decisionale, senza lasciarsi inghiottire da un sistema dei partiti ormai cristallizzato, uguale a se stesso da sempre.
In questo senso l’affermazione di un candidato civico donna ha avuto una importanza fondamentale per un possibile cambiamento di Viterbo: un cambiamento che al momento, dopo quasi due anni di mandato frontiniano, in molti nella vetus urbs cominciano a combattere con ogni mezzo e con una campagna di odio spropositata e immotivata.
E’ la Viterbo mummificata nei decenni che non vuole che il centro storico sia chiuso al traffico di auto, che magari si ipotizzi una città più leggera e contemporanea dove sia possibile muoversi anche in bici, che il primo cittadino sia una donna e che pensi con la sua testa.
Le coscienze libere e democratiche non possono che appoggiare la Frontini contro i tentativi della viterbo reazionaria e passatista di impedire ogni evoluzione cittadina.
Ed in questo 8 marzo che ognuno capisca come possa essere determinante per Viterbo avere alla sua guida una giovane e temeraria politica indipendente, con tutto il suo enorme bagagliaio di sensibilità femminili.