Due imprenditori agricoli sono finiti a processo per sfruttamento del lavoro, in seguito al pestaggio di un bracciante, 30enne originario del Pakistan, da parte di altri colleghi durante le celebrazioni della fine del Ramadan. E’ il risvolto della vicenda risalente al 5 giugno 2019 che si consumò tra Vignanello e Gallese, come riporta il corriere di viterbo.
Ieri in aula è stato sentito un militare dell’Arma che all’epoca, dopo aver raccolto la denuncia della vittima, avviò le indagini. “Ricostruimmo la dinamica dei fatti grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza – ha affermato il maresciallo -, installate all’esterno di un bar di Vignanello, teatro del pestaggio. Nelle riprese che cristallizzarono l’evento si vedono 4 persone avventarsi sul 30enne, che fu rinchiuso in un furgone di proprietà di un’azienda agricola di Gallese che ripartì a tutta velocità. Da principio individuammo 3 persone che poi furono sottoposte a misura cautelare. Poi rintracciamo una quarta persona, che confessò di aver preso parte all’aggressione.
Una volta al sicuro in casa, la vittima chiamò il 112 e il 118, raccontando tutto ai carabinieri che intervennero. Successivamente, le verifiche degli inquirenti si estesero all’azienda agricola a cui apparteneva il veicolo con il quale gli aggressori sequestrarono il 30enne straniero.
Così negli accertamenti svolti nei confronti dei due soci furono coinvolti funzionari dell’ispettorato del lavoro, militari del nucleo per la tutela del lavoro e tecnici della Asl. “A novembre 2019 effettuammo un sopralluogo in località Camporotondo – ha riferito un funzionario -, dove c’era un casale diroccato adibito per metà ad ovile e per metà a ricovero per i lavoratori. Non c’era acqua, l’impianto elettrico era stato creato artigianalmente senza dispositivi di sicurezza adeguati”.