Incontriamo la sindaca Chiara Frontini nel suo ufficio a Palazzo dei Priori: è appena rientrata da una trasferta di lavoro in Portogallo e, visto il periodo che sta attraversando con annessi e connessi ben noti, appare insospettabilmente serena e di buonumore, sorridente e ben disposta al dialogo.
Come sta signora sindaca?
“Sono appena rientrata da Madeira dove mi son dovuta recare per motivi legati alla mia vecchia attività che non ho ancora abbandonato: non ho tanto tempo da dedicare a quest’ultima ormai da due anni, ma riesco sempre ad essere informata sulle varie riunioni internazionali cui cerco di non mancare, la materia continua ad interessarmi”.
Con chi è andata, se possiamo chiedere?
“Assolutamente da sola (sorride ndr), e ho cercato di unire l’utile al dilettevole, mi sono concessa qualche puntatina in spiaggia”.
Come si sente “dentro”, alla luce di quanto successo da qualche mese a questa parte?
“Devo dire bene: certo trovarsi al centro delle cronache in un certo modo non fa piacere a nessuno, poi c’è tanto tempo da dedicare a difendersi che avrei preferito magari destinare a dei progetti utili per la città, ma non mi lamento, c’è stato un fuori programma sgradito, ma sono sicura che ne usciremo fuori senza danni”.
Ne è convinta?
“Certo, perchè mi sento in pace con la mia coscienza, so di aver agito sempre nell’interesse della città e di chi mi ha votato, di non aver mai approfittato del mio ruolo per prevaricare quello o quell’altro, tantomeno per minacciare chicchessia”.
Come mai allora a suo avviso è nato il caso Bruzziches?
“Questo lo vedremo poi, stiamo aspettando ancora di leggere le carte, stiamo parlando di ben tre ore di registrazione, so unicamente che noi per quello che stiamo facendo con il pnnr e con altri nostri progetti non potevamo andar giù ad un certo sistema viterbese abituato a tiranneggiare la città. Calcoli poi che non siamo un partito, ma una lista civica, che abbiamo fatto tutto da soli senza aiuti da Roma e che abbiamo cercato e cerchiamo ancora di aggiornare con le nostre idee i metodi amministrativi, con più fatti e meno discorsi o utopie consegnate alla stampa. Tragga lei poi le conclusioni…”.
Le è piaciuto come la città ha reagito alle accuse contro di lei e suo marito?
“Credo che la gente stia incominciando a capire, che chi ha avuto modo di conoscermi di persona non potrà mai credere che io o mio marito siamo persone che vanno a casa della gente a fare gli squadristi”.
Cosa le lascerà un episodio del genere?
“Ma, a parte le strumentalizzazioni di certa stampa e certa politica, a parte colpevoli e innocenti, penso che questa storia toglierà alla politica il suo carattere istintivo, autentico: quante volte in un incontro di partito o di movimento ci si è scontrati, anche duramente, per la passione politica, usando anche epiteti coloriti e poi tutto è finito in un abbraccio collettivo? Ecco, ora ognuno magari avrà paura di essere registrato e non si aprirà come un tempo perchè avrà perso la voglia di farlo, ovviamente anche nella più totale onestà e trasparenza”.
Oltre a lei pensa verranno fuori altri leader dal suo movimento?
“Non so se leader, ma buoni politici di sicuro, punto su un rinnovamento significativo delle classi dirigenti e vedo già crescere figure di livello più che buono”.
Qualcuno le rimprovera di aver messo su un movimento troppo verticistico….
“Il fatto che ci sia una leadership riconosciuta da tutti non significa non lasciare spazio alle più varie opinioni e ai più diversi contenuti”.
Cosa resta da aggiungere alla fine?
“Che quando uno lavora sodo per anni e costruisce un bel po’ di relazioni umane e politiche alla fine può riuscire a mettere su una squadra compatta che non si disunisce facilmente: ecco qualcuno forse si era illuso di poterci dividere, ma vedrà che la sua resterà un’impresa disperata”.
Consiglieri, assessori e iscritti al suo movimento le hanno ribadito insomma la loro fiducia e solidarietà incondizionate?
“Assolutamente e ogni giorno di più”.
Per concludere, negli ultimi tempi qualcuno ha trovato da ridire sul feeling scoppiato tra lei e il presidente della Provincia Romoli, cosa gli risponde?
“Con Alessandro abbiamo deciso di aprire un dialogo istituzionale, invece che farci la guerra: d’altronde i nostri rispettivi ruoli lo favoriscono, non vedo nulla di strano”.
(pasquale bottone)