Viterbo fanalino di coda nel Lazio per grado istruzione abitanti

Alla faccia della fuga dei cervelli. Viterbo è il capoluogo di provincia meno istruito del Lazio. Lo dice una recente indagine di Openpolis che ha rielaborato i dati Istat sui residenti italiani tra i 25 e i 49 anni che possiedono un diploma, la laurea o un’altra qualifica professionale, come riporta il corriere di viterbo.

Nella città dei papi, alla data del 31 dicembre 2021, solo 20.876 persone risultavano diplomate (o con titolo superiore), pari al 78,4% della popolazione. Nel Lazio, il capoluogo più istruito è Rieti con l’84,2% di diplomati, tallonato da Roma con l’83,3%. A seguire troviamo Frosinone con l’80,4% e poi Latina con il 78,7. Viterbo anche in questa particolare classifica si aggiudica quindi la maglia nera, nonostante l’alto tasso di disoccupazione in genere dovrebbe rappresentare un incentivo allo studio per i ragazzi. Non a caso nelle province del Veneto, dove la presenza di un tessuto imprenditoriale forte garantisce livelli elevati di occupazione, si registrano percentuali molto basse di diplomati. In pratica se c’è lavoro i ragazzi preferiscono quello allo studio. Cosa che a quanto pare non succede a Viterbo.

A livello provinciale, il comune più istruito è, abbastanza a sorpresa, quello di Piansano, che conta appena 1900 abitanti. Tra quelli compresi tra i 25 e i 49 anni l’80,7%, 544 persone in numeri assoluti, è munita di diploma. Al secondo posto troviamo Bomarzo con il 79,8%. Viterbo si piazza al terzo, con il 78,4. Tra i comuni più grandi, Tarquinia si ferma al 74,5% (la vicina Montalto di Castro è al 68,5%), Civita Castellana al 71,9%. Montefiascone è al 77,2%, Vetralla al 74,6%, Nepi al 73,8%. Il numero piuttosto basso di diplomati nella cittadina delle ceramiche, capitale del distretto industriale, conferma in parte la tesi che, là dove le opportunità di lavoro di tipo non intellettuale salgono, l’istruzione diminuisce. Anche se a Civita Castellana sono lontanissimi i tempi in cui i ragazzi, finita la scuola media, andavano a lavorare in fabbrica approfittando dell’offerta di lavoro e degli alti livelli salaria