La  colf-soap “Casa Frontini-Cavini”,  l’opposizione per via giudiziaria e l’informazione “dopata”

Tempi bui, nella vetus urbs, bui, bui assai: dice: “ma che succede, non era Viterbo una città tranquilla e tutto sommato neanche povera e piuttosto vivibile?”. Mah, niente di tutto questo, tutto di questo, ma anche altro…

A palazzo dei Priori come sapete c’è l’amministrazione civica guidata da Chiara “Chiaretta” Frontini dopo la vittoria del movimento 20 20 di larga misura alle scorse comunali: ed è una giunta che fa, vedremo alla fine quale sarà il bilancio definitivo, fino a che punto positivo o meno positivo, ma la giunta è iperattiva, sempre in movimento, su più fronti. Si ricordano governi della città ben più sonnolenti, ma tant’è i frontiniani sono oggetto quotidiano di una campagna di delegittimazione mediatica senza precedenti e degli strali di una opposizione non sveglissima che si augura di far fuori il nemico non politicamente, ma per via giudiziaria.

E torniamo quindi alla cena, piuttosto pesante (ma che hanno mangiato fagioli, trippa e baccalà?) a casa Bruzziches, alle famose presunte minacce del Cavini, alla contemporanea presenza di una Frontini in pieno autocontrollo, che, dicono, annuisca talvolta, su cosa non si sa, parli, parli poco o molto chissà (almeno secondo le prime indirette ricostruzioni), tutto “raccontato” (senza voce narrante), pare, dalle registrazioni consegnate dall’ex delegato al patrimonio alla Procura.

Ora sappiamo che al riguardo c’è una inchiesta in corso, che a via Falcone e Borsellino in autunno decideranno per il rinvio a giudizio o meno, ma la storia finisce qui.

Non si capisce perchè i poveri viterbesi debbano vivere in una bolla informativa da telenovela dove ogni giorno vengono svelati nuovi particolari su quella fatidica sera: e la Frontini parlò male dei dipendenti comunali definendoli tutti mezze tacche, e Cavini si alzò due volte per andare in bagno ed una restò più a lungo (colite improvvisa?), e quell’altro aveva l’alitosi e Bruzziches gli offrì un chewing gum, e la pasta era scotta e la pastarella iperglicemica, insomma una “radio serva” continua ed implacabile e che trasmette ad episodi.

Ma non dovevamo stabilire solo se le presunte minacce del Cavini erano reato o meno? Minacce, addirittura minacce a corpo politico ad una cena privata e non in una sede istituzionale, ok, va bene, ma tutto questo cosa c’entra col reality quotidiano “Casa Frontini-Cavini”? Non dovrebbero essere di pubblico interesse solo i fatti inerenti l’accusa, seppure la Frontini avesse detto che guarda ogni sera tutti i film di Rocco Siffredi, a noi cosa cale?

Uffà, e poi l’opposizione che si affida a questi sceneggiatori di colf-soap (bruttine assai, tra l’altro) che solleticano le corde solo dei più morbosi e rancorosi abitanti della depressa provincia?

Che tristezza, però, che bassa politica, che informazione dopata, cinicamente fatua ed inopportuna, dal buco della serratura degli anfratti di potere.

Lo confesso, vomito un giorno sì e l’altro pure, per cortesia finitela, non posso ammazzarmi di plasil.

(pasquale bottone)