Impossibilitata per motivi medici temporanei a portare la posta, invece di essere inserita nell’organico interno di Viterbo viene trasferita a più di 100 km. A denunciare il fatto è il sindacato Cobas di Viterbo, per bocca dell’rsu Poste Andrea Morucci e del responsabile della confederazione Luca Paolocci, che parlano di provvedimento punitivo da parte dell’azienda e che sabato a partire dalle 10 saranno in piazza davanti alle Poste di via Ascenzi per denunciare la lesione del diritto alla malattia. I Cobas chiederanno anche l’intervento del prefetto, come riporta il corriere di viterbo.
“Una lavoratrice storica, da sempre impiegata come portalettere nella città di Viterbo, si ammala e non riesce a sostenere lunghi e continuati spostamenti in macchina – affermano Morucci e Paolocci -. Il medico competente, cioè quello scelto da Poste italiane, la visita e accerta la patologia, sconsigliando nel referto lunghi spostamenti con mezzi pubblici e privati. Ci si sarebbe aspettati che Poste italiane la inserisse fra il personale interno qui a Viterbo, dove vi è un costante sotto organico, permettendo così alla lavoratrice di effettuare le dovute cure e guarire. L’azienda invece, come uno dei peggiori padroni, la colloca alle lavorazioni interne di Fiumicino, punendola di fatto per il suo stato di malattia”.
La veridicità dello stato di malattia, sottolineano i Cobas, viene certificato anche dalla commissione del servizio prevenzione e sicurezza del lavoro della Asl, “ma neanche questo smuove Poste che, anzi, minaccia la lavoratrice di non presentarsi più a Viterbo o le verrà contestata l’assenza ingiustificata da Fiumicino”.
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