Le elezioni amministrative della scorsa settimana, a cominciare da quelle di Tarquinia, sono un campanello di allarme che qualcosa nel centrodestra non ha funzionato. Non ci può essere coalizione dove chi ha più voti comanda e chi ne ha di meno “subisce”. Se questa è l’idea di alleanza di centrodestra, la Lega si chiama fuori, come ha già fatto proprio a Tarquinia, dove non è stato riunito nessun tavolo tra gli alleati, per quello che ne sappiamo, nessun incontro, nessun confronto per valutare la proposta politica migliore da presentare ai cittadini del litorale, gli stessi che hanno poi bastonato sonoramente quella parte di centrodestra che non ha saputo costruire una proposta rispondente alle loro aspettative. Perché è questo che le urne hanno detto: con il candidato di centrosinistra che ha praticamente doppiato quello sostenuto da una parte del centrodestra, tra cui il primo partito della coalizione. Oggi il voto degli elettori ci dice che quella scelta fatta dai nostri alleati era sbagliata. Siamo stati messi di fronte a un pacchetto già pronto con su scritto prendere o lasciare. Noi abbiamo lasciato. L’ analisi del voto per il centrodestra, deve ripartire da qui. Da certi modi di relazionarsi all’interno della coalizione che non ci appartengono. Per questo abbiamo costruito un percorso diverso a Tarquinia, raccogliendo un risultato elettorale che ci ha ampiamente soddisfatti e che ci dice che siamo sulla strada giusta. Nell’ultimo periodo abbiamo purtroppo notato che della nostra idea di “alleanza” sta rimanendo ben poco nella coalizione di centrodestra: ossia riconoscere pari dignità ad ogni alleato, al di là del peso elettorale, per sedersi al tavolo politico, per confrontarsi e magari vedersi anche accettare, qualche volta, le proprie proposte, quando queste sono valide. Questo, però, in questa coalizione, salvo rari casi, non sta avvenendo più da tempo. Ogni volta che c’è da ricoprire un ruolo o fare una candidatura, si preferisce arroccarsi sui propri uomini, cassando qualsivoglia alternativa, seppur valida, solo per il fatto che viene dall’alleato. Ci sembra che l’orizzonte della coalizione, da qualche tempo, sia cambiato: all’obiettivo di vincere come centrodestra, si sta sostituendo quello di mettere più bandierine rispetto agli alleati. E questo può portare solo a collezionare fallimenti, come del resto si sta già verificando. Se questo è il futuro della coalizione di centrodestra nella Tuscia, auguriamo a tutti buon divertimento, ma senza di noi. In una squadra, che si reputi tale, non può soccombere sempre l’alleato che, in un dato momento storico, ha un minore peso elettorale. Né qualcuno, godendo del favore elettorale del momento, può pensare di cantarsela come gli pare da solista, anziché come parte di un coro, non saremo noi a suonargli lo spartito. Se non si recupererà, a nostro avviso, il dialogo, il confronto e il rispetto di tutti gli alleati, anche di chi ha in questo momento percentuali di consenso minori, pur capaci spesso di rivelarsi decisive negli scontri elettorali, anche la Lega inizierà ad essere interlocutore solo di se stessa, iniziando ad abbandonare la pratica di “squadra” per quella individuale. Così abbiamo già fatto a Tarquinia, ma lo faremo anche a Civita Castellana, dove la Lega è stata messa al governo dai cittadini con l’11% dei voti, e poi successivamente spazzata via da giochini di palazzo favoriti da qualche voltagabbana, che ha pensato bene di cambiare casacca dopo essersi presentato agli elettori con quella della Lega. Non ultimo il comune di Vetralla, dove la Lega chiede il rispetto degli accordi presi e richiama il Sindaco a mantenere i propri impegni. Se così non sarà, la fiducia da parte nostra verrebbe sicuramente meno, ma siamo certi che, come fatto finora, i nostri alleati riusciranno a cavarsela anche da soli.
Segreteria Provinciale Lega Viterbo”