Ogni giorno nelle rete idriche della Tuscia vengono immessi 399 litri d’acqua pro capite. Di questi ben 162, ovvero il 40,6% del totale, vanno sprecati a causa delle perdite, come riporta il corriere di viterbo.
L’ennesima certificazione di quanto gli acquedotti viterbesi facciano letteralmente acqua arriva dalla Cgia di Mestre, che, in piena emergenza idrica nazionale, ha pubblicato un dettagliato report sugli sprechi. Ogni 100 litri di acqua immessa nella rete per usi civili, denuncia l’associazione delle piccole e medie imprese venete, ne arrivano all’utente poco meno di 58, mentre “gli altri 42 (pari a un valore assoluto di 3,4 miliardi di metri cubi) si perdono lungo la rete idrica che in molte parti del Paese è datata e in cattivo stato di salute”. Tipo quella viterbese, che avrebbe bisogno di cospicui investimenti per essere riammodernata.
Investimenti che però Talete non è in grado di mettere in campo. Potrebbe esserlo però in futuro, grazie alla solita manna piovuta dal cielo dell’Europa con il Pnrr: il ministero delle Infrastrutture ha destinato infatti all’Ato 1 Viterbo Nord 18,7 milioni di euro al fine di ridurre le perdite delle reti. Nel frattempo molti comuni della Tuscia – da Civita Castellana a Vitorchiano, da Vetralla a Montalto di Castro – stanno facendo i conti con la “grande sete”. Va detto che le reti colabrodo non sono l’unico problema. Concorrono alla carenza d’acqua la siccità, gli allacci abusivi e l’uso smodato della risorsa da parte dei cittadini, a dispetto delle ordinanze emanate dai sindaci e degli appelli della prefettura.