Che sia sempre benedetta la libertà di stampa e di critica anche dura e aspra, il pluralismo dell’informazione ne ha sempre bisogno. Certo se poi ti trovi difronte a tante guerre personali contro una prima cittadina certe domande te le poni.
Ognuno la pensi come vuole su una amministrazione, anche se una certa oggettività di giudizio andrebbe in ogni caso sempre ricercata: e poi è mai possibile che la polemica e l’attacco diretto nei confronti della massima istituzione comunale siano continui e coinvolgano ogni iniziativa o dichiarazione della sindaca in questione, che ogni cosa che abbia la firma sua e dei suoi collaboratori sia come carta straccia da gettare nel cestino?
Che sia tutto sbagliato il lavoro di una giunta non è matematicamente possibile, soprattutto in una città come Viterbo ferma immobile da infiniti lustri e caratterizzata da una politica scadente nel suo trito familismo.
Avrà tanto ancora da migliorare l’amministrazione Frontini, ma ci sta provando ad imprimere un cambio di velocità alla sua azione di governo, toccando anche autentici tabù cittadini come la chiusura del centro storico alle auto.
Ma quale amministrazione cittadina degli ultimi 30 anni si è guadagnata la considerazione di unica ed inimitabile nella sua “splendida perfezione”?
Sinceramente non ne ricordo, ecco perchè non si può non definire gli attacchi ripetuti e spesso verbalmente violenti nei confronti della Frontini non sempre obiettivi, ma di parte, un clima di conflitto perenne atto a delegittimare e mettere in cattiva luce ogni iniziativa o pubblico atto della amministrazione in carica.
E da queste guerre Viterbo ne esce sempre con le ossa rotte e il fatto è grave perchè già ci sarebbe da recuperare una certa arretratezza politico culturale atavica, figuriamoci se si tende a distruggere tutto e tutti ogni volta.
Si va indietro invece di progredire: e questo la Frontini lo ha capito e sta cercando di opporsi in ogni modo alla deriva di una città bravissima nel tagliarsi le gambe da sola: il decisionismo e la chiarezza d’intenti sono dalla sua parte e l’onore delle armi lo ha già ampiamente conquistato in più di dieci anni di politica civica lontana dalla troppo spesso ricorrente partitocrazia.