Suicidio in carcere di Andrea Di Nino, spunta supertestimone: “L’hanno ucciso”

“La prossima settimana siamo attesi in Procura, viste le dichiarazioni rilasciate dal supertestimone che ha rivelato tanto sugli orari, sulle modalità della morte di mio fratello Andrea Di Nino e sulle persone coinvolte”. E’ l’ultimo risvolto che Tonino Lazzarini racconta al Corriere ribadendo ancora una volta che non si trattò di suicidio. Il detenuto 36enne, infatti, si sarebbe ucciso nel carcere di Mammagialla a maggio 2018 dove stava scontando una condanna per droga.

La novità è emersa nell’arco delle nuove indagini difensive svolte dall’avvocato dei familiari Nicola Trisciuoglio, il quale, dopo aver ascoltato il resoconto inedito del supertestimone, ha depositato gli atti presso la Procura di Viterbo. “Andrea fu ucciso”…“Ho visto che dopo essere entrati in cella lo hanno portato via morto. Ho sentito che lo pestavano. Andrea, piangeva, urlava e chiedeva aiuto”, aveva scritto un mese fa il legale su Facebook, riportando un estratto di quanto asserito dal supertestimone, la cui versione, se trovasse dei riscontri ufficiali, potrebbe aprire un’altra strada rispetto a quella che portò al rinvio a giudizio per omicidio colposo di due sanitari e di un agente della polizia penitenziaria che a gennaio prossimo si ritroveranno al banco degli imputati dinanzi al giudice Jacopo Rocc